Allarme estinzione per la Tigre di Sumatra, rimasti meno di 400 esemplari in natura

Partiamo dal 1900, quando l’Asia era popolata da non meno di 100mila Tigri fino ad arrivare ad una popolazione attuale di circa 4500 esemplari,  suddivisa a macchia di Leopardo e dislocata in parti del territorio del continente asiatico; numeri impressionanti che fanno ipotizzare che tra non molto le future generazioni potranno ammirare e studiare questi splendidi felini sui libri di storia naturale o in qualche zoo, per tentare un ultimo disperato tentativo di conservazione: la cattività. Su circa 4500 esemplari c’è una sottospecie a rischio critico di estinzione che vive esclusivamente sull’isola indonesiana di Sumatra, la Tigre di Sumatra, dove la popolazione selvatica stimata è scesa al di sotto di 400 esemplari, ed è allarme! La tigre è il più grande felino esistente e delle sei sottospecie, quella di Sumatra è tuttavia di dimensioni  più piccole, il peso di un maschio adulto si aggira intorno ai 130/140 kg e la lunghezza del corpo può superare i 2 metri. Le principali minacce per questa sottospecie sono: la riduzione dell’habitat, il commercio illegale della sua splendida pelliccia e di altri parti del corpo che appartengono alla base della medicina tradizionale orientale, basata su presunte proprietà afrodisiache e terapeutiche. L’uomo distrugge l’habitat per far spazio all’agricoltura e nello stesso tempo caccia cervi e cinghiali, principali fonti di cibo della tigre, causando l’avvicinamento dei felini al bestiame domestico e il conseguente conflitto con gli allevatori. Dal 1985 al 2020, l’sola di Sumatra continua senza tregua a perdere il suoi habitat naturali, una tra le cause principali è il disboscamento per far spazio all’agricoltura “moderna” delle multinazionali. In 40 anni sono andati persi circa 13/14 milioni di ettari di foreste tropicali, così intere popolazioni di animali selvatici sono scomparse mentre altre, come la tigre, hanno visto ridurre il proprio spazio vitale. In soli 100 anni sul nostro pianeta abbiamo perso il 95% di tigri e l’uomo è stato l’unico “animale” ad aver causato la scomparsa di un numero così elevato di esemplari, visto e considerato che in natura la tigre non ha nessun essere vivente da temere nella catena alimentare. Gli agricoltori dell’isola di Sumatra sono i principali cacciatori di tigri e affermano con la loro ignoranza e disinformazione che la tigre è una minaccia per il loro bestiame; i corpi delle tigri cacciate vengono successivamente venduti a negozi di souvenir e farmacie e la cosa più grave è che gli acquisti da parte dei “turisti” non tendono a calare, alimentando sempre di più gli affari del bracconaggio, altra piaga dell’isola. Il bracconaggio è purtroppo  presente anche all’interno delle riserve naturali e nonostante siano rimasti in natura meno di 400 esemplari di Tigre di Sumatra, continua a mantenere una media di abbattimenti illegali di circa 3/4 esemplari all’anno. Negli ultimi anni il governo indonesiano si sta impegnando per ridurre le politiche di deforestazione ma sembrerebbe che tutti gli sforzi siano debellati dalle multinazionali, che continuano a produrre e ad esportare in tutto il mondo grandi quantità di gomma, tabacco, palme da cocco, tè, pepe nero e soprattutto caucciù che compete con quello malese. L’Anno 2021, secondo i padroni della terra sarà l’inizio della transizione ecologica, la scienza afferma però che le cose sono ben diverse, conferma che la temperatura media globale si sta alzando in modo preoccupante e più rapido del previsto. Mentre il pianeta è in agonia, l’uomo pensa alle grandi missioni spaziali, voglio chiudere con una mia riflessione: i miliardi di dollari e di risorse investiti annualmente per cercare la vita altrove, in questo momento di emergenza globale, non sarebbe meglio ivestirli per salvare il Pianeta Terra e di conseguenza la nostra esistenza? Se l’uomo non difenderà la natura…sarà la natura a difendersi dall’uomo… ciò è già realtà!

Ezio Varrassi

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