La storia di Tilikum a 3 anni dalla sua morte

Il 6 gennaio 2017 moriva Tilikum, dopo 34 anni di cattività.
Involontario protagonista del docufilm 
Blackfish, è diventato il simbolo di un’industria della cattività che tenta di nascondere la disperazione di coloro che imprigionano, mentendo e camuffando i fatti.
Riproponiamo qui la sua storia, affinchè non sia dimenticata.

L’INCUBO DI TILIKUM

Tilikum, catturato nel 1983 al largo dell’Islanda quando era un cucciolo di soli due anni, strappato alla madre (con cui le orche hanno un legame fortissimo) e al suo pod, la famiglia con cui avrebbe trascorso il resto della sua vita.

Il Hafnarfjörður Zoo Marine, Islanda, lo detiene per circa un anno, dopodichè Tilly viene venduto a Sealand e trasferito in Canada.
Qui è il più piccolo, la struttura gerarchica delle orche è matriarcale e Haida e Nootka lo aggrediscono e lo bullizzano.
La sera le tre orche sono chiuse in un piccolo box di metallo che permette loro pochissimi movimenti; al mattino Tilikum presenta segni di morsi e abrasioni.
Tilly è costretto a esibirsi otto volte al giorno.

Nel 1991 il primo incidente: l’addestratrice Keltie Byrne cade in acqua e le tre orche la aggrediscono.
Tilikum la trascina in fondo alla vasca; riescono a recuperare il corpo dopo 2 ore.
Dopo il fatto, Sealand chiude i battenti e mette Tilikum in vendita.

Se lo accaparra $eaWorld, che non vede l’ora di utilizzare la più grande orca in cattività per gli show e come macchina da riproduzione.
Tilikum è sempre più stressato, rabbioso e depresso.
Nel 1999 causa la morte di un intruso che si tuffa di notte di nascosto nella sua vasca e nel 2010 tocca all’addestratrice Dawn Brancheau, trascinata a fondo vasca, letteralmente scotennata e uccisa.

In tutto questo, $eaWorld cerca di non assumersi responsabilità e nega l’evidenza, sostenendo che le orche in cattività stanno benissimo e che gli incidenti sono stati causati dall’inesperienza e da leggerezze delle vittime (la Brancheau era considerata da tutti l’addestratrice più esperta e responsabile dentro $eaWorld).

Da quel giorno del 2010, Tilikum vive isolato dalle altre orche, chiuso in una piccolissima vasca in cui può a malapena girarsi, galleggia e muore di noia tutto il giorno.
Non può comunicare con le sue compagne di prigionia, è isolato da tutto e da tutti; la sua pinna dorsale è ormai collassata da tempo. Ha accesso alla vasca principale solo alla fine degli spettacoli, quando deve sfilare e schizzare d’acqua con le sue enormi pinne il pubblico che applaude e non si rende conto della voragine di disperazione in cui Tilikum è sprofondato.

In natura le orche non attaccano l’ uomo, non esistono casi documentati.
Solo a $eaWorld, un report di 600 pagine racconta degli oltre 100 “incidenti” avvenuti nel parco.

Termoli Wild in collaborazione con Basta Delfinari

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