Comunicato stampa del 06/02/2019
Presenti rischi di radiazioni, esplosione e incendio secondo i documenti depositati. Per i Laboratori “non significativi” o “accettabili“.
L’Istituto Superiore di Sanità nel parere del 2013 sull’esperimento evidenziò il contrasto con le norme per la tutela dell’acqua potabile.
Si tratta della prima procedura valutativa attivata per un esperimento, nonostante la normativa sia in vigore dal 1997. Della serie, meglio tardi che mai. Precisiamo che la V.Inc.A. si occupa esclusivamente dell’eventuale impatto su habitat e specie del Gran Sasso e non interviene sulla questione dell’acqua potabile.
Sullo specifico si tratta di un esperimento che prevede l’installazione di un acceleratore di particelle. Essendo classificato come macchina radiogena, è sottoposto anche alle autorizzazioni per la radioprotezione relative alle attrezzature con emissioni di radiazioni. Prevede anche una schermatura con la costruzione di un bunker, nella sala B, con pareti di cemento armato di spessore di 80 cm.
Facciamo notare che l’Istituto Superiore di Sanità nel 2013, proprio in un parere su questo esperimento, fece emergere il contrasto con la normativa sulle acque potabili e in particolare con l’Art.94 del testo Unico dell’Ambiente per la distanza dalle captazioni.
Ricordiamo che nel 2013 in un acceleratore di maggiore potenza in un importante centro di ricerca giapponese, il J-Parc, si verificò un incidente che costrinse alla chiusura delle attività per ben 2 anni (https://www.japantimes.co.jp/
È interessante notare i passaggi dei documenti depositati sui rischi di radiazioni, esplosione, incendio, la cui esistenza è ammessa sia in fase di esercizio che in caso di incidente. L’INFN li ritiene comunque o “non significativi” o “accettabili“.
Riportiamo, a mero titolo di esempio, il passaggio sul rischio esplosione:
“Rischio presente ma non significativo.
L’analisi di rischio (QRA) ha identificato n. 2 top event corrispondenti a esplosioni, in particolare: 1. esplosione per formazione di atmosfera esplosiva all’interno del sistema di evacuazione e 2. esplosione per formazione di atmosfera esplosiva all’esterno delle apparecchiature, in entrambi i casi correlati alla presenza di Idrogeno. Per entrambi gli eventi il rischio è risultato, valutando frequenza e conseguenze, di grado ‘accettabile’ ma sono comunque state identificate possibili misure per un ulteriore riduzione del rischio.“
Come si vede, si punta molto sulla capacità di gestione di eventuali incidenti. Dati i precedenti crediamo sia legittimo avere qualche dubbio.
Ovviamente depositeremo a breve le nostre osservazioni che partiranno dalle considerazioni già espresse dall’Istituto Superiore di Sanità.
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