Anche Petrella Tifernina aderisce a Plastic Free

Prosegue a vele spiegate il progetto sul territorio di Plastic Free, con l’impegno sempre più forte da parte dei referenti e dei volontari. 

Chiuso l’evento nazionale dell’Earth Day, degli scorsi 22 e 23 aprile, che qui in Molise ha fatto il pieno di adesioni con ben 20 appuntamenti di pulizia ambientale, il progetto approda a Petrella Tifernina. 

E’ di queste ore la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Petrella Tifernina, per il tramite del Sindaco dott. Alessandro Amoroso e l’avvocato Giuseppe Fabbiano, referente Plastic Free per la Provincia di Campobasso, insieme a Maurizio Carosella referente locale di Campobasso.

Con la sottoscrizione del protocollo si dà il via a numerosi eventi di natura volontaristica, che coinvolgeranno gli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, così come eventi di pulizia ambientale (cd. CleanUp) o passeggiate ecologiche, ed altri progetti che verranno presentati nei prossimi mesi che vedranno la collaborazione diretta anche di altre Istituzioni locali.

Ci tiene a precisare l’avvocato che “L’attività di sensibilizzazione sui pericoli dall’inquinamento da plastica, portato avanti quotidianamente e scrupolosamente da Plastic Free, è di importanza strategica, poiché è necessario risvegliare la coscienza civica sui danni che questa sostanza produce sia in termini di sostenibilità ambientale che, soprattutto, di salute umana”. 

Secondo un recente studio dell’Istituto Superiore della Sanità, uno dei pericoli sviluppati dalla plastica sono le MP (microplastiche). I composti chimici identificati nelle MP presenti in ambiente acquatico – le più studiate – sono sostanze comunemente utilizzate nei prodotti di consumo, come polietilene, polipropilene e polistirene (dati relativi alle coste del Mediterraneo), polietilene tereftalato (in Nord Europa). 

I polimeri (sostanze da cui si dà vita agli oggetti di plastica) contengono, in media, il 4% di additivi utilizzati per modificarne il colore (coloranti, pigmenti), per migliorarne o modificarne le proprietà meccaniche (riempitivi, rinforzanti), per migliorarne la resistenza al calore, ai raggi ultravioletti e all’invecchiamento (antiossidanti, filtri, stabilizzanti), per renderli resistenti al fuoco (ignifughi, ritardanti di fiamma), per migliorarne le prestazioni (plasticizzanti, lubrificanti, sbiancanti, ecc.).

Inoltre, le MP possono assorbire sulla loro superficie contaminanti chimici e contenere sostanze i I rischi per l’uomo derivanti dalle microplastiche (MP) possono essere di natura fisica, chimica o microbiologica.

I rischi fisici sono dovuti alle ridotte dimensioni delle MP (e anche delle nanoplastiche) che possono attraversare le barriere biologiche – come la barriera intestinale, ematoencefalica, testicolare e persino la placenta – e causare danni diretti, in particolare all’apparato respiratorio e all’apparato digerente, quali primi apparati con cui le MP entrano in contatto.

I rischi chimici derivano dalla presenza di contaminanti, come i plasticizzanti (ftalati, bisfenolo A) o i contaminanti persistenti (ritardanti di fiamma bromurati, idrocarburi policiclici aromatici, policlorobifenili) presenti nelle microplastiche. Infatti, le MP possono essere veicolo di sostanze potenzialmente pericolose di natura organica oppure inorganica. Attualmente esistono pochi dati sulla presenza e concentrazione di metalli nelle MP e sui contaminanti ad esse associati. Molti di essi, essendo interferenti endocrini, possono provocare danni a carico del sistema endocrino, causare problemi alla sfera riproduttiva e al metabolismo sia nei figli di genitori che sono stati esposti alle microplastiche durante la gravidanza, sia in età adulta a seguito di esposizione nelle prime fasi di vita (neonatale, infanzia, pubertà).

Le MP possono trasportare, attaccati alla loro superficie, microrganismi in grado di causare malattie: batteri come Escherichia coli, Bacillus cereus e Stenotrophomonas maltophilia sono stati rilevati in MP raccolte al largo delle coste del Belgio.

Esistono ancora poche informazioni riguardo l’impatto delle MP sulla salute degli animali e dell’uomo. I polimeri, in generale, sono chimicamente inerti e, dunque, considerati non tossici. Tuttavia, le ridotte dimensioni e l’elevata superficie conferiscono alle MP, e ancora di più alle NP, maggiore reattività rispetto ai composti da cui originano, rendendole potenzialmente dannose per gli organismi a seconda del tipo di esposizione e della suscettibilità.

Esistono pochi dati sul destino delle MP nel tratto gastrointestinale. I dati disponibili riguardano esclusivamente assorbimento e distribuzione ma non sono ancora noti processi di trasformazione (metabolici) e di eliminazione. Solo MP più piccole, di dimensione inferiore a 150 micrometri sembra possano attraversare la barriera intestinale, sebbene l’assorbimento sia comunque considerato molto basso (inferiore o uguale allo 0,3%). Il passaggio ad altri organi sembra possa avvenire sono per una frazione limitata, di dimensioni inferiori a 1,5 micrometri. 

Tuttavia, studi sperimentali hanno dimostrato che, una volta assorbite, le MP si accumulano in fegato, reni e intestino con la capacità di provocare stress ossidativo, problemi metabolici, processi infiammatori, nonché danni ai sistemi immunitario e neurologico. Infine, nella valutazione degli effetti negativi delle MP occorre tener conto della presenza delle sostanze chimiche in esse presenti o attaccate alla loro superficie, il cui rilascio nell’organismo rappresenta un potenziale rischio per la salute, e di eventuali organismi patogeni.

Per tali ragioni ognuno di noi può e deve fare la sua parte nel quotidiano, modificando quei comportamenti che non sono in linea con il principio del riuso, pilastro dell’economia circolare, prendendo coscienza del pericolo in cui ci troviamo.

Plastic Free proseguirà le sue campagne consci che l’unione fa la forza.

Comunicato stampa del 02-05-23

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