Tra i souvenir più in voga tra chi va in vacanza in Australia c’è lo scroto di canguro. Trasformato in portachiavi, portamonete, cavatappi o usato come semplice oggetto di decoro, il costo è di circa 50 dollari australiani (30 euro). Del resto il governo australiano da alcuni anni ha dichiarato guerra ai canguri, rei a suo dire di essersi riprodotti troppo in fretta (gli unici predatori del canguro sono i dingo, ormai decimati) di mettere a rischio le coltivazioni e di causare incidenti. Il governo australiano ha pensato proprio a tutto e da oltre 2 anni ha disposto uccisioni “compassionevoli” (cit.): i “cacciatori” dovranno infatti colpire i marsupiali con un colpo alla testa. Cosa oltremodo difficile, data la velocità dei canguri in corsa, il loro salto che certo non agevola la mira e considerato il fatto che le operazioni sono svolte per lo più di notte. Ma di notte tutto è concesso, sono ben pochi gli occhi che guardano. Il simbolo del paese cacciato, braccato, destinato a finire nei piatti degli australiani o a essere trasformato in un souvenir di dubbio gusto. Una persecuzione che ricorda molto da vicino quelle messe in atto anche in Italia, in cui cambia solo la specie oggetto della persecuzione.
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