Nasce l’Associazione Culturale dedicata a Girolamo La Penna

La sua Termoli e l’intero Molise riconoscono, a quasi cento anni dalla sua nascita, la forza dirompente di un politico di razza, tra i più grandi di tutti i tempi, un uomo che ancora si distingue per serietà, lungimiranza, passione, operosità. Stratega, protagonista assoluto del secolo scorso, artefice di una regione e della sua autonomia amministrativa, non prima di quella politica. Termoli e il Molise devono moltissimo a un uomo che ha interpretato la ruralità di una regione senza vergogna, che ha dato la possibilità di una crescita esponenziale con l’industrializzazione mirata e dal senso della forza comune mai autoreferenziale, sempre comunitaria e logica. Un uomo dalle risorse culturali immense e mai poste nel taschino della propria giacca a beneficio di pochi. Aperto, conviviale, sempre pronto al confronto, uomo della politica di tempi passati che con il passar del tempo è venuta sempre meno sino alla politica attuale che non conta più leader ma solo capi che non forzano le fila per evitare scontri e confronti dal sapore della “Politica”, quella vera, quella che ormai manca da decenni. Girolamo La Penna, il suo nome altisonante che unitamente a quello di un altro politico di razza, Florindo D’Aimmo, ebbero a costituire il nocciolo centrale di inerzia di una regione mai doma alle sconfitte, sempre pronta a determinare nuove condizioni che tratta in positivo, ebbero a costruire una regione modello. Quel modello con il tempo è crollato come un castello di cartone a causa di manutentori scellerati che, con la visione dell’autoreferenzialità, man mano hanno calcato sempre più la mano pensando che la gloria fosse eterna, anche se non coltivata. L’eredità di Girolamo La Penna fu davvero ampia e cospicua e il periodo di transizione tra la sua uscita di scena a la fine della favola, fu inevitabile. Dopo di lui, i suoi discepoli, tra cui, Remo Di Giandomenico, Franco Mancini, Giuseppe Astore, Giovanni Di Giandomenico e pochi altri, fecero il possibile ma, la via fu segnata da sistemi di voti scellerati, da classi politiche senza il senso della politica, da personaggi che condizionarono i territori proponendoli come antagonisti ad altri. Fu la fine e ancora se ne pagano le conseguenze. Egli nacque il 15 giugno 1924 per lasciarci il 21 gennaio 2005. Si ricorda ancora la folla che coprì la sua bara e mai si cancellerà il suo operato e la sua figura. Così nella sua Termoli, il 12 dicembre 2023 si è costituita l’Associazione Culturale a lui intitolata che vuol confermare per i meno giovani e divulgare ai più giovani, l’arte di un politico, di un uomo colto a mai scevro da condizionamenti negativi o contrari all’etica che la politica dovrebbe sostenere, che seppe far grande il Molise partendo dal concetto territoriale e ma settoriale. A riprova della tanta semina che ancora raccoglie, tantissimi volti di una politica che fu, hanno partecipato e sottoscritto lo statuto associativo. Un’Associazione quale non lucrativa che mira a essere utile culturalmente e socialmente, di iniziativa autonoma, non partitica ma non lontana dal concetto della partecipazione attiva anche a sostegno della nuova politica spesso dalle idee annebbiate o poco funzionali a cambiamenti o programmi lungimiranti. Oltre ottanta associati, trasversali, di ogni angolo della regione che pone attenzione allo studio delle problematiche sociali, sanitarie ed ambientali, di difendere e preservare la sicurezza, la salute, il benessere, e la qualità della vita dei cittadini, con la redazione e poi la proposizione agli organi istituzionali di competenza studi per la programmazione sociale, sanitaria, ambientale, in coerenza con i bisogni delle popolazioni, principalmente dei soggetti deboli. L’associazione si propone di istituire organismi per organizzare incontri culturali e/o corsi di formazione politica, professionali. La partecipazione attiva su tutto il territorio molisano sarà la condizione assoluta che condurrà a un concetto non nuovo ma dimenticato, quello di essere utili ad un nuovo rinascimento molisano scevro da velleità di tornare a giocare in campi da calcio sempre più minati da zolle non più verdi e mai più irrorate da acqua generatrice. La politica deve tornare a fare capo a principi, idee, valori, quella attuale non discute ma obbedisce. Gli spazi di democrazia si stanno sempre più stringendo rispetto alla volontà del popolo. I candidati sono imposti e determinano sempre più allontanamento dalla politica, dalle decisioni fondamentali per essere ancora vivi. L’associazione non dove essere un partito e non lo sarà ma potrà e dovrà essere la lanterna della speranza. Occorre tornare a parlare di famiglia, realtà partecipata, cancellare il politichese.” Occorre credere in qualcosa per far tornare la voglia di essere utili”, la frase ricorrente tra i partecipanti, in numero assai copioso, “Si ridiscuta, si faccia qualcosa, Se io posso potete anche voi, se potete voi posso anch’io”. È iniziato un nuovo corso? Per il bene del Molise, tutti noi saremo felici di poterne godere e perché no, farne anche parte del tifo.   

Maurizio Varriano  

Cominciato stampa del 14-12-23

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