Storia d’emigrazione: Gino Di Renzo, ci lascia per volare verso lidi azzurri

Gino Di Renzo, Luigi il suo vero nome, non è più! Sin da giovane ebbe a onorare la sua terra, il Molise, che lo ha visto crescere e sempre sostenuto nelle sue grandi imprese. Natio della bella Termoli, aveva nel cuore il Molise, quello verace, quello dell’accoglienza, della riconoscenza, della laboriosità. Frequentò il Liceo Scientifico Alfano di Termoli, viveva a Winfield in Illinois. Era avvezzo nel tornare a frequentare i luoghi della sua giovinezza. Termoli unica tappa obbligata. Sin da giovane curava l’aspetto e si rendeva utile alla collettività. La cucina e le arti degustative erano la sua forza dentro. L’aspetto lo rendeva sinuoso ma nello stesso tempo gioviale e sistematicamente un “giovinazzo” d’altri tempi. Amava la politica tanto da diventar amico di Reagan con cui divertirsi a dissipare succulente mangiate di prodotti della nostra terra. Ebbe a percorrere in lungo e largo le sponde di tutti i mari e oceani al mondo ma, l’Adriatico era il suo mare, la sua forma d’arte. Gentiluomo del mondo del football americano, non mancava mai di sedersi sulla sua seggiola n. 2356 del tempio del gioco più amato dagli americani. Ha conosciuto i più grandi uomini del continente Americano e ne è stato portatore di fierezza e completa riservatezza, esaltando le doti dell’Italia e degli italiani. Amava la musica d’oltre oceano ma spesso e volentieri cantava canzoni popolari e riduceva tutto al sogno di un ritorno senza scadenza. Questo non è mai stato possibile, ma ogni volta che varcava il confine della sua Italia, dipingea il volto di lacrime, d’amore e di commozione. “Nostalgia canaglia” e, prendeva senza indugi il primo volo, lasciando preoccupazioni e doveri di chi ha dei doveri in giro per il mondo. Sognatore dalle scarpe lucide sino alla brillantezza specchiante, amava godersi la vita e splendidamente “ridursi” ad essere molisano per sempre. Molti gli aneddoti su di lui e le sue fughe molisane. A raccontarcele l’on.le Remo Di Giandomenico, che saputa la notizia della dipartita dell’amico Gino, ha voluto esternare gioie passate, seppur nel dolore di quando la vita viene sconfitta dalla morte. “Mi chiamava spesso e mi raccontava delle sue amicizie, soprattutto quelle uniche con John Kennedy, PaulNewman, Frank Sinatra, Martin Betty Davis, Elisabeth Taylor, Ricciard Burton. Nel raccontarmi di quando ebbe a chiedere al presidente cosa avrebbe potuto offrirli da bere, sogghignava di risate nell’esporre la risposta che lo lasciò di ghiaccio – Chiamami John – “. Orgoglioso di aver servito la regina Elisabetta, era l’anno 1957 ( il luogo il prestigiosissimo Hotel Drake di Chicago), lasciava spazio nel cuore per la sua Juventus. Un uomo che si è distinto fuori dalla sua regione, lontano da affetti coltivati in gioventù, una vera forza dell’essere umano che mai ha dimenticato la sua terra, questo era Gino. Ci lascia un uomo vero, un uomo fedele al suo mondo, ma radicato indissolubilmente alla vita recondita nella sua città, Termoli; nella sua Regione, il Molise. Ultima chiamata dal sapore dell’addio qualche mese addietro. Nella commozione più vera le sue lacrime hanno attraversato l’Oceano e, alla sua dipartita, si son fregiate di bagnare la spiaggia di Termoli nel ricordo di parole dette e scritte sulla sua maglietta preferita: Son termolese e me ne vanto…. A Dio figlio, dalla tua terra natia!

Borghi d’Eccellenza comuncato stampa del 06-11-23

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