TERMOLI: GEOGRAFIA E STORIA DEL TERRITORIO

Termoli. La città sorge sulla costa del Mare Adriatico con un’altezza che va da 0 ai 178 m sul livello del mare. Gran parte del territorio si colloca tra il fiume Biferno (a sud) e il torrente Sinarca (a nord). Il borgo antico si sviluppa su una penisola di un piccolo promontorio che si affaccia sul mare, mentre gran parte della città moderna è sita nel vicino entroterra.

Ubicazione geografica: nel centro urbano si incrociano il 42º parallelo Nord e il 15º meridiano Est; quest’ultimo è il meridiano centrale del fuso orario (UTC+1 o Central European Time) di Berlino, Parigi e Roma (Europa centro-occidentale) che di fatto determina l’ora del fuso stesso (chiamata infatti l’ora di Termoli). Il punto preciso dell’incrocio delle linee immaginarie è ubicato nella marina di San Pietro (Rio Vivo), a pochi metri dove un tempo era situato il “Trabucco di Bricche“, oggi non più presente. Calcoli più datati situavano invece il punto di incrocio tra il parallelo e il meridiano in corrispondenza dell’antica torretta in rovina sulla strada di Rio Vivo n.5 oggi ancora esistente.

Clima: Il clima è mediterraneo, con estati calde e umide, inverni generalmente miti e con le precipitazione concentrate tra autunno, inverno e primavera. In estate l’incursione dell’Anticiclone subtropicale africano provoca un innalzamento delle temperature superiori ai 30-35 °C , con picchi di 40-46°C avvertiti nelle ultime estati.

Cambiamenti ambientali: ad oggi, in particolare nel tratto della marina di San Pietro, un tempo frastagliata e sabbiosa (litorale sud), con la cementificazione costiera, e con le modifiche delle micro correnti marine, causate dalle ultime banchine portuali costruite nell’ultimo quarantennio, si è perso uno dei tratti di spiaggia più belli della costa molisana. Per quanto riguarda le zone boschive ubicate tra il Comune di Termoli, San Giacomo degli Schiavoni e Petacciato, un tempo simbolo della macchia mediterranea, dal 1900 ad oggi circa l’80% dei boschi sono andati persi. In questo nuovo millennio il 20% delle zone boschive rimaste, sono minacciate dal disboscamento, dai taglialegna non autorizzati, da privati atti ad abbattere alberi in attesa di concessioni edilizie, e da una catena alimentare ormai compromessa (vedi il fenomeno cinghiali nei circuiti urbani). Aggiungiamo l’inserimento di frangiflutti sul litorale Nord e Sud, atti a contrastare l’innalzamento del livello del mare e l’erosione costiera.

Dalla prima rivoluzione industriale ad oggi, l’uomo ha continuato a togliere alla natura, e dagli ultimi eventi meteorologici sembrerebbe che la natura stia iniziando a presentare il conto. È arrivato il momento di fermarci? L’unica cosa che rimarrebbe da fare, è tentare di recuperare gli errori di un passato dilaniato dall’ingordigia dell’uomo. Le ultime notizie giunte dal governo non sembrano positive per il basso Molise, le ricerca del gas nel Mare Adriatico ed il metanodotto potrebbero mettere a repentaglio gli ultimi paradisi naturali rimasti.

Album ricordi di Christian Fletcher del gruppo FB “Termoli…Ieri…oggi e…Per sempre”

di Ezio Varrassi

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