Appassionati di Birdwatching, in questo articolo parleremo con il Dr. Ornitologo Nicola Norante di un’altra specie di uccello presente in Europa: Airone guardabuoi (Bubulcus ibis).
L’Airone guardabuoi è un uccello appartenente alla famiglia degli ardeidi e la prima nidificazione documentata in Italia è avvenuta in Sardegna nel 1985 e successivamente in altre regioni, come in Piemonte nel 1989. Il suo territorio si sta espandendo e negli ultimi anni, c’è stato un significativo aumento delle popolazioni in diverse regioni d’Italia e d’Europa, di questo e tanto altro ce ne parla il dottor Nicola Norante, Ornitologo e Presidente del Gruppo Molisano Studi Ornitologici:
Dottor Nicola Norante: “E’ un uccello di medie dimensioni (48-53 cm) dal piumaggio bianco candido e dal becco giallo, con un’apertura alare di circa 100 cm. Vive in piccoli boschetti, su prati, in prossimità di campi coltivati e nei pressi di zone acquitrinose dell’Africa, Europa, Asia, Sud America e Australia. Si nutre di cavallette, coleotteri, lucertole messe in movimento dalle mandrie di bovini al pascolo e da mezzi agricoli… si nutre anche di di parassiti, come zecche, mosche, rane e pesci quando si trova in prossimità di corsi d’acqua dolce, laghi e fiumi. Depone dalle 3-4 uova e l’incubazione dura all’incirca 24 giorni, Il nome comune deriva dal fatto che sono soliti nutrirsi nei pressi di bovini al pascolo, terreni e mezzi agricoli in movimento. Nidifica anche con altre specie, il nido viene costruito su alberi, cespugli o canneti; entrambi i partner covano per 22/26 giorni dalle 4 alle 5 uova bianco verdastre azzurrine. Migrano parzialmente e in maniera dispersiva, svernano in Africa e in Europa.”
In Molise l’Airone guardabuoi si spinge fino a medie altitudini, è possibile osservarlo nelle zone umide costiere, lungo canali, foci di torrenti e fiumi con presenza di terreni agricoli e prati… continuate a seguirci il viaggio nelle meraviglie della natura è appena iniziato!
Consulenza scientifica a cura del Dr. Ornitologo Nicola Norante
Fotografia a cura del fotografo naturalista Sandro Barile
Ezio Varrassi
