Candidatura UNESCO dell’Abbazia di Castel San Vincenzo

Fumata nera, oggi 31 maggio 2023 presso l’ufficio UNESCO del Ministero della Cultura a Roma, dopo l’approvazione dell’accordo di programma tra i comuni, con siti Benedettini, per la candidatura UNESCO, nell’incontro tenuto con i funzionari per condividere il percorso da intraprendere per sperare nel riconoscimento. Si sperava in un incontro connesso ai temi ed alle prerogative per soddisfare la grande partecipazione emotiva e imminenti sviluppi per candidare a patrimonio UNESCO i Monasteri di San Pietro al Monte di Civate, Capua, Castel San Vincenzo, Chiusa del Monte, la Sacra di San Michele di Sant’Ambrogio di Torino/Avigliana, l’Abbazia di Montecassino, Fara in Sabina, Genga, Subiaco, ed invece un modesto nulla di fatto. “Non siamo a Parigi, abbiamo un progetto di candidatura” ha sottolineato il primo cittadino di Civate, “progetto che, in attesa dell’incontro romano di fine mese, giovedì sera ha registrato una piccola evoluzione”. Gli altri interventi, in presenza e da remoto, questa ultima è stata l’opzione per esserci da parte dell’Assessore Regionale alla Cultura e Turismo della Regione Molise, Vincenzo Cotugno e del sindaco di Castel San Vincenzo, Marisa Margiotta,  hanno chiarito le varie posizioni, molte discordanti tra l’altro, pur ribadendo l’approvazione all’unanimità dell’accordo di programma che lega i dieci comuni che ospitano gli otto siti benedettini, per il Molise Castel San Vincenzo e Rocchetta al Volturno. “Questo accordo ufficializza un patto di amicizia, ovvero una sorta di pre – gemellaggio, tra i comuni interessati. Ci impegniamo a concordare e sviluppare insieme tutte le azioni necessarie alla promozione del progetto di candidatura, nonché a valorizzare quei monumenti antichi” ha spiegato Isella, sindaco di Civate. “Tutti si aspettavano una vera e propria entrata nel tavolo tecnico, anche per finanziare il progetto unitario, del Governo che non ha mostrato, sarà perché solo all’inizio la procedura, almeno si spera, un vero e proprio interessamento. Un incontro che per alcuni, schierati politicamente, ha partorito l’idea dell’iter, per altri, la maggior parte, una sorta di incontro che non ha connesso nessuno e non ha trovato porte di ingresso connettibili con il progetto. Molte lamentele da parte di comuni che non sono stati interpellati in maniera coinvolgente e una sorta di gita fuori porta che non nasconde la bellezza della Capitale ma la mancanza di costrutto e di guida certa e sicura. C’è da attendersi un risvolto, ma dopo la riunione di oggi, è palese la lungaggine e la mancanza di programmazione economica.

A pensarci bene, era il 2016 quando si avviò il processo per la candidatura di San Vincenzo al Volturno all’inclusione entro la World Heritage List dell’UNESCO, che rientra all’interno del sito seriale “Il paesaggio culturale degli insediamenti benedettini nell’Italia medievale”. Già allora si intese parlare di percorso appassionante, ma complesso, che per il monastero molisano vide partecipare il Segretariato regionale MIBACT del Molise, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio del Molise, il Polo Museale del Molise, la Regione Molise, l’Abbazia di Montecassino, i Comuni di Castel San Vincenzo e di Rocchetta a Volturno, l’Agenzia del Demanio e l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Si scomodò, per parlarne, anche il sito internet dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana, nella quale furono presenti tutte le informazioni sul processo in corso. Le Abbazie sanno aspettare, vista la loro longeva vita. C’è da scommettere che nell’attesa, nel fare la loro parte, prima o poi qualcosa accadrà.

Comunicato stampa del 31-05-23

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