Impazzire in cattività: “Zoochosis”

“Zoochosis” è un termine coniato nel 1992 dallo zoologo Bill Travers per indicare il comportamento anomalo e stereotipato degli animali in zoo, circhi, laboratori e altre situazioni di cattività. Tipici della patologia sono il continuo camminare su e giù o in cerchio, il mordere o leccare le sbarre, il girare il collo in modo innaturale, l’oscillare costantemente, il dondolarsi avanti e indietro da seduti e abbracciando qualcun altro; e ancora: apatia, passività, insensibilità agli stimoli, aggressività, automutilazione, vomito ripetuto (una forma di bulimia che porta l’animale a mangiare il proprio rigurgito), coprofilia/coprofagia. La cattività comporta confinamento, mancanza di stimoli e perdita di controllo sull’ambiente. Tutto questo influisce negativamente sulla salute: molte specie soffrono di una sindrome conosciuta come “miopatia da cattura, una condizione che si verifica nei mammiferi e negli uccelli, causata dallo stress della cattura, dalla manipolazione forzata e dal trasporto. Seguono depressione clinica, degenerazione muscolare, perdita di coordinazione, paralisi e morte”. Per contenere i sintomi della sofferenza, gli zoo e le strutture che imprigionano gli animali hanno tentato due strade: quella dell’ arricchimento ambientale e quella degli psicofarmaci.
Ma qualche ramo gettato all’interno di una gabbia non potrà mai occultare i segni della sofferenza quanto una bella dose di Prozac (antidepressivo) o di Valium (miorilassante-ansiolitico). Nel 2013 fece scalpore il caso del delfinario di Rimini, in cui gli animali furono rinvenuti imbottiti di Valium, ma questa è la prassi per tutte le strutture di questo tipo, che si tratti di cetacei o di mammiferi.
Con gli psicofarmaci gestisci, contieni e nascondi i sintomi di un malessere dato dalla privazione della libertà, dalla mancanza di stimoli, dalla coercizione e dall’essere obbligati a sopravvivere, o a vivere in un ambiente artificiale. I sostenitori della cattività affermano che gli animali detenuti in un ambiente “controllato” hanno un’aspettativa di vita molto più lunga, e probabilment in alcuni casi è vero. Ma è vita?

Termoli Wild in collaborazione con Basta Delfinari

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