“L’Abruzzo è il “Colosseo della biodiversità” a scala europea. A chi verrebbe in mente di mandare le ruspe per spianare parte del sito archeologico azzerando il valore del patrimonio? Il progetto dei nuovi impianti da sci bocciato dal TAR prevedeva lo sbancamento con le ruspe di oltre 10 ettari di territorio d’alta quota con rarissimi habitat e specie protetti a livello europeo, per stessa ammissione dei proponenti. L’assessore regionale Liris parla di “coniugare” gli impianti con le emergenze naturalistiche senza però affrontare il nodo della questione: l’uso delle ruspe come può essere compatibile con valori ambientali così rilevanti, accertati da decine di scienziati e diverse università a cui si era rivolta la stessa regione per individuarli?“ così le associazioni SLO, SOA, CAI Abruzzo, LIPU e Mountain Wilderness rispondono all’assessore regionale Liris sulla questione dei nuovi impianti ad Ovindoli bocciati dal TAR.
A parte le dure censure del TAR sul procedimento amministrativo seguito da Regione e Comune che l’assessore dimentica di richiamare, Liris sbaglia pure clamorosamente citando il collegamento tra i comprensori di Ovindoli-Monte Magnola e di Rocca di Mezzo quando i nuovi impianti in questione avrebbero riguardato esclusivamente il primo. Ha letto le carte? Sa di quale progetto stiamo parlando? Tra l’altro nelle scorse settimane gran parte delle piste e degli impianti della Magnola risultavano chiusi, nonostante l’innevamento (poi progressivamente svanito a causa delle alte temperature). Come mai si parla di ampliamento quando non funzionano gli impianti esistenti realizzati con grandi sacrifici ambientali? Se invece voleva prospettare veramente un ulteriore progetto ancora più impattante, sappia fin d’ora che tale collegamento tra comprensori non è interdetto da semplici ambientalisti ma da un Decreto dello Stato “Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS)” – fin dal 2007.
Quindi si continua ad avere un approccio velleitario e a voler affermare un modello turistico completamente insostenibile per l’uso di suolo, acqua ed energia. Sulle Alpi in considerazione dei cambiamenti climatici stanno cercando nuove forme di turismo che si stanno imponendo. L’Abruzzo dovrebbe essere un modello in tal senso, visto che ha una biodiversità unica mentre rischiamo di rimanere indietro.
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