La caccia fa proliferare i cinghiali, il lupo è il rimedio più efficace già disponibile in natura

Uno studio super partes, redatto dal prof. Andrea Mazzatenta, docente della facoltà di Medicina veterinaria all’Università di Teramo, è stato presentato al convegno “Ragioni biologiche della diffusione del cinghiale e i problemi giuridici annessi” e sfata quanto raccontato fino a oggi dalle associazioni venatorie. I cinghiali vivono in gruppi matriarcali, in cui solo la femmina capobranco si riproduce. Quando questa viene uccisa, i gruppi si disgregano e le altre femmine diventano prolifiche, dando vita a tanti nuovi branchi. Il cinghiale ungherese, di stazza maggiore di quello autoctono, è stato introdotto in Italia dalle associazioni venatorie anni addietro e si è integrato nei nostri territori. Il lupo è il naturale predatore del cinghiale. In provincia di Pesaro e Urbino, Perugia, Terni, Siena e Grosseto sono stati installati catarifrangenti di colore blu a ridosso dei punti delle strade in cui è stato rilevato il maggior numero di incidenti, registrando una diminuzione degli incidenti mediamente dell’80%, con punte del 100%.

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Termoli Wild in collaborazione con Basta Delfinari

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