Muore il Molisano Marcello Colasurdo. Dall’incuranza in vita al fiato sprecato in sua morte!

Quando muore un vero artista, il mondo culturale si apre cantandone gesta e osannando le doti. Lo rende re anche se sa benissimo di prendere in giro, quella anima di Dio. Oggi 5 luglio 2023 ci lascia Marcello Colasurdo, Campobassano di nascita ( 16 aprile 1955). Cantautore e attore si traferì a Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, sin da giovanissimo. Interprete della canzone tradizionale vesuviana e voce storica degli Zezi, di cui è stato componente per diciotto anni, è dal 1996 il leader dei Marcello Colasurdo Paranza. Numerose le sue collaborazioni dal vivo o in studio con i rappresentanti della musica popolare italiana, dalla Nuova Compagnia di Canto Popolare ad Enrico Capuano ai Modena City Ramblers; dagli Almamegretta ai 99 Posse; dalla Orchestra Popolare Campana a Daniele Sepe. Marcello Colasurdo è inoltre attore di cinema e teatro, lavorando per registi come Federico Fellini al cinema, e Mario Martone al teatro. Attore in tantissimi film, da “Immacolata e Concetta” a “il Resto è niente”, la sua ultima apparizione, nel 2010, in “Passione” film dalla regia internazionale a cura di John Turturro. Unicità e conservazione lo hanno posto al centro di un mondo che prima lo ha reso famoso poi lo ha abbandonato sino a condannarlo alla povertà e, a causa di una caduta, cieco. Cantore di lotte fu proclamato a re della tammurriata.  Le sue condizioni di salute erano precarie da tempo, ormai, ma la sua tenace nel difendere le tradizioni lo hanno reso famoso nel mondo. Il grande cantore delle tradizioni di Napoli e provincia, se ne va a sessantotto anni e non certo in un comodo letto pieno di accortezze e di attenzioni sanitarie. Nel 2022 Colasurdo aveva raccontato di essere diventato cieco in seguito a una caduta e dopo aver riportato un trauma cranico, di non poter sostenersi, di non poter più vivere. E’ proprio vero il detto che conferma l’interesse per chi ha fama e il dimenticatoio per chi cade in disgrazia. Nessuno, nonostante egli avesse chiesto aiuto, si è prodigato per poterli offrire una fine vita dignitosa. La Slc CGIL scese in campo per il vitalizio, ma forse mai troppo convintamente, altri, tra cui l’ex sindaco di Napoli De Magistris hanno chiesto l’ottemperanza della legge Bacchelli ma davvero fatto poco affinché il grande musicista non finisse i suoi giorni in un basso dalle condizioni igienico sanitarie da terzo mondo. Lo stesso Molise ha cancellato il suo nome dall’anagrafe campobassano dimenticandone origini e popolarità. Adesso, un’osannata implorazione alla devozione è in atto a discapito della forza che ancora rimbomba dalle sue tammorre.  “Adesso alzate le vostre tammorre nell’alto dei cieli e suonate per me! io da lì continuerò a suonare per voi nei cerchi della terra e dei campi elisi. grazie a tutti per l’amore che mi avete dato!”, questa è l’eredità lasciata dal molisano Marcello Colasurdo. Sia pietà e silenzio anziché continuare a spinger fiato in trombe che suoneranno sì, ma sicuramente assai stonate.  

Comunicato stampa di Maurizio Varriano, amico di Marcello.

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