Nella giornata della Memoria Portocannone ricorda l’esperienza dell’Albania durante la Shoah

Nel giorno dedicato alla Memoria, Portocannone, paese arbëresh del Basso Molise, ha ospitato un evento di spessore per ricordare o far conoscere l’esperienza dell’Albania durante la Shoah. Ad organizzare e moderare il convegno la d.ssa Emanuela Frate, Presidente dell’Associazione Orizzonti Comuni, sostenuta dall’Amministrazione Comunale del paese, in particolare dall’Assessore alla Cultura Avv. Valentina Flocco, dal Sindaco Francesco Gallo e con la collaborazione dell’Associazione Rivista Kamastra e degli Sportelli Linguistici.

Relatrici la d.ssa Anna Maria Ragno, storica e studiosa delle Minoranze Linguistiche, e la prof. Fernanda Pugliese Presidente delle Minoranze Linguistiche del Molise e della Rivista Kamastra.

Gremita la Sala Consiliare che ha ospitato l’evento; per molti una sorpresa l’apprendere che proprio l’Albania sia stato l’unico paese d’Europa nel quale gli ebrei furono salvati durante le persecuzioni razziali.

Nel 1939 il paese delle Aquile venne occupato dall’Italia fascista e divenne sua colonia. Quando le atrocità della Shoah raggiunsero anche l’Albania con l’occupazione nazista, grazie al popolo albanese più di duemila ebrei furono salvati perché accolti nelle famiglie e dotati di passaporti con identità falsa, complici le stesse autorità locali.

L’intero popolo si sentiva coinvolto in questa missione di salvezza e anche il governo albanese non consegnò mai i nomi degli ebrei presenti nel territorio, donne e uomini di religione ebraica.

Tutto questo fu fatto in nome della BESA, il codice d’onore, la parola e la promessa di non tradire mai, data a circa 200 ebrei albanesi, nel 1941, e a quelli che scappavano dall’Europa per sfuggire alla follia nazista. In Albania trovavano rifugio, documenti, ospitalità, salvezza.

L’intero popolo sentiva fortemente questo dovere morale, dovuto anche alla cultura del Kanun, il codice etico di Lekë Dukagjin e di Skanderbeg, che raccoglieva le regole tramandate oralmente e che il popolo si era dato per vivere in un contesto organizzato. La Besa, principio contenuto nel Kanun, è’ stata quindi l’elemento propulsore per il popolo d’Albania così come hanno ben descritto le relatrici del convegno: il forte senso di accoglienza, di ospitalità e di aiuto verso il prossimo in difficoltà.

Tutto questo dimostra l’indole buona di un popolo: quello della Terra delle Aquile dove ben 75 albanesi hanno ottenuto la menzione di Giusti tra le Nazioni.

Durante l’incontro la d.ssa Ragno ha condiviso con i presenti la proiezione di un commovente film-documentario dal titolo The Albanian Code – Il Codice Albanese di Yael Katzir, una testimonianza di ebrei sopravvissuti allo sterminio grazie all’ospitalità del popolo albanese e che tornano in quella terra con un messaggio universale di gratitudine verso i valori umani.

Rossella De Rosa

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