Pizzone II, lettera aperta del coordinamento al Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin, alla presidente della commissione di Valutazione d’Impatto Ambientale VIA VAS Panzironi, alla Coordinatrice della sottocommissione VIA Brambilla: incontro e fermare definitivamente il progetto
Mentre sulle integrazioni annunciate da Enel sulla realizzazione del mega impianto Pizzone II vige il più fitto mistero, i membri del coordinamento “No Pizzone II” scrivono al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, alla commissione VIA VAS e alla sottocommissione VIA per chiedere un incontro e fermare definitivamente il progetto nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM).
La missiva ripercorre i momenti salienti dell’intricata vicenda sulla realizzazione del mega impianto energetico che dovrebbe essere realizzato a cavallo delle due Regioni Abruzzo e Molise, appunto, nel cuore del PNALM. Il progetto Enel ha incassato l’immediato no dell’ente di tutela ambientale più antico del nostro Paese, che ha dichiarato l’incompatibilità dell’opera PIZZONE II con l’esigenza di tutela di un territorio ad alto pregio naturalistico e ambientale, sostenendo altresì l’improcedibilità dell’iter di approvazione, in quanto palesemente in violazione del quadro normativo stabilito dalla L. 394/91 (la legge quadro sulle aree protette).
Ha incassato poi il no di tantissimi cittadini e dei comuni che vedono in serio rischio il futuro dei propri territori a causa del terribile impatto che la realizzazione della nuova centrale avrebbe, oltre che la perdita di occupazione degli stessi, già fortemente votati allo spopolamento delle aree interne, senza dimenticare poi le aree di salvaguardia dell’Orso Bruno Marsicano che qui vive.
La lettera sottolinea in maniera inequivocabile anche il fortissimo rischio sismico e idrogeologico a cui si andrebbe a sottoporre un’area fragile già attraversata da faglie attive e frane che il colosso Energetico vuole volutamente ignorare, o ancora il contorto iter per la presentazione del progetto da parte di Enel che, prima, attraverso una sospensiva e una successiva proroga concede un temporaneo stop al piano di realizzazione, poi torna all’attacco, presenta le integrazioni al MASE (non ancora rese pubbliche) ma impone il segreto sulle specifiche economiche di questo folle progetto tenendo all’oscuro chi cerca di capire cosa sarà del futuro nostro e dei nostri figli.
Insomma tutto nero su bianco per chiedere un incontro per fermare una volta e per tutte il progetto Pizzone II e la speculazione che si sta palesando tra Molise e Abruzzo in funzione di quella che viene spacciata per transizione Energetica.
Al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica – Gilberto Pichetto Fratin
Alla Presidente della Commissione Valutazione Impatto Ambientale VIA VAS – Germana Panzironi
Alla Coordinatrice della Commissione VIA – Paola Brambilla
p.c. alla stampa
Oggetto: richiesta di sospensione irrevocabile del progetto ENEL “PIZZONE II” e richiesta di incontro
Onorevole Ministro, egregia Presidente, egregia Coordinatrice,
con la presente siamo a chiedere la sospensione irrevocabile del Progetto ENEL “PIZZONE II” e contestualmente un incontro presso il Ministero, al fine di illustrare le gravi criticità che rendono detta sospensione una necessità irrinunciabile.
Il progetto “PIZZONE II” presentato da Enel il 7 di agosto del 2023 all’esame della commissione VIA, si propone di realizzare una centrale idroelettrica di produzione e pompaggio a cavallo delle regioni Abruzzo e Molise, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Il progetto ha trovato da subito la contrarietà del PNALM, oltre che delle comunità interessate. Il PNALM ha dichiarato l’incompatibilità dell’opera PIZZONE II con l’esigenza di tutela di un territorio ad alto pregio naturalistico e ambientale, sostenendo altresì l’improcedibilità dell’iter di approvazione, in quanto palesemente in violazione del quadro normativo stabilito dalla L. 394/91.
Numerosissime altre osservazioni prodotte da amministrazioni comunali, associazioni e cittadini hanno evidenziato le molteplici altre criticità insite al progetto. Ne riportiamo le principali:
- l’area del progetto insiste, oltre che entro i confini nel PNALM e nella sua area di protezione esterna, anche su svariati siti Natura 2000: ZPS, ZSC, SIC, IBA;
- alterazione del regime delle acque con rischio alterazione se non dispersione delle falde acquifere;
- altissimo rischio sismico per la presenza di faglie attive e capaci nelle aree interessate dal progetto;
- rischio idrogeologico per la più elevata classificazione di rischio frane;
- sconvolgimento dell’ecosistema;
- fortissimo disturbo per la fauna, e in particolare per la popolazione di orso bruno marsicano; interruzione dei corridoi di espansione verso il Parco nazionale del Matese;
- alterazione, con perdita della balneabilità, dei laghi di Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, oggetto di un processo di rinaturalizzazione, e nel frattempo diventati veri e propri attrattori turistici;
- colpo mortale alla crescente economia turistica che negli ultimi anni, non senza fatica, ha aggregato risorse e investimenti scommettendo sul patrimonio naturalistico e paesaggistico del territorio;
- rischi derivanti dalla produzione di polveri sottili generate dal flusso dei mezzi di trasporto a ridosso dei centri abitati.
A fronte delle tante osservazioni prodotte, la stessa ENEL, evidentemente riconoscendo l’insostenibilità del progetto presentato, ha avanzato il 17/09/2023 una richiesta di sospensione presso la Commissione VIA ministeriale per il termine massimo consentito dal D.Lgs. 152/2006, ovvero 120 gg. In prossimità della scadenza di detto termine, il 17 gennaio 2024, la società proponente ha chiesto una ulteriore sospensione della procedura per aggiuntivi 180 gg, fino al 31/08/2024. Questa proroga ulteriore dei termini di valutazione della VIA, viola palesemente i termini fissati dal citato d.lgs.152/2006, tant’è che l’atto è stato oggetto di contestazione in sede giudiziaria da parte dei comuni di Alfedena, Barrea e Rocchetta a Volturno, a cui si sono unite le associazioni WWF Molise e Terra Sancti Vincenctii.
Questa ulteriore richiesta di sospensione dell’iter di valutazione dell’impatto ambientale che il progetto “PIZZONE II” avrebbe su un territorio incontaminato – non a caso tutelato in un parco nazionale – troverebbe giustificazione nella necessità di rivisitare radicalmente il progetto originario.
In realtà, le presunte mitigazioni proposte non attenuerebbero nemmeno minimamente il devastante impatto dell’opera. La centrale inevitabilmente e immodificabilmente produrrebbe uno squarcio nel cuore di uno dei territori più pregiati del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise. I disboscamenti, le decine di chilometri di tunnel dall’enorme diametro, così come la stessa centrale in caverna rappresenterebbero una coltellata nel ventre di uno dei territori prediletti da quell’Orso Bruno Marsicano che a fatica si cerca di salvare dall’estinzione.
Lo scorso 30 agosto ENEL ha annunciato di aver provveduto a inoltrare al MASE le integrazioni al progetto originario, che ad oggi non sono ancora state rese pubbliche. Nella comunicazione trasmessa alla Commissione VIA e a tutti i soggetti istituzionali interessati, viene fatta esplicita raccomandazione a tenere segretato il quadro economico generale, dato che invece sarebbe fondamentale ai fini di una compiuta valutazione tra costi e benefici dell’eventuale realizzazione dell’opera.
Ci troviamo quindi di fronte alla proposizione di un progetto che risulta irricevibile e improponibile sul piano legale per palese contrasto delle norme sulle aree protette. Ciò in considerazione dell’oggettiva condizione determinata dall’insistenza del progetto all’interno di un Parco nazionale.
L’iter di valutazione dell’impatto ambientale risulta alterato da una gestione quantomeno irrituale dei termini di sospensione che si protrae ben oltre i termini regolati dalla normativa di riferimento.
L’intera procedura appare ammantata da carenze sul piano della trasparenza, a partire dalla mancata produzione di qualsiasi documentazione tecnica in occasione dei diversi incontri promossi dal proponente con le amministrazioni interessate. Questi incontri avrebbero dovuto colmare l’iniziale carenza di coinvolgimento delle comunità interessate nella stesura progettuale ma in realtà hanno semplicemente finito per confermarla. La volontà di occultare i dati del quadro economico avvolge di ulteriore mistero l’intera vicenda.
Fa specie che un’azienda come ENEL, la quale si professa particolarmente attenta alla tutela ambientale e il cui principale azionista è lo Stato italiano, immagini di realizzare un’opera così mastodontica e devastante all’interno di un paradiso naturalistico come quello del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Una tale azione è senza precedenti nella storia d’Italia degli ultimi 60 anni. Oltre che deturpare ambiente ed economia del territorio, sarebbe lesiva della storia e dell’immagine della stessa ENEL, e sorprende che i suoi dirigenti non se ne rendano conto.
Il coordinamento NO PIZZONE II è un’aggregazione di associazioni e cittadini che spontaneamente si sono ritrovati nella comune volontà di tutelare un territorio certamente non “fortemente antropizzato”, cosi come più volte richiamato nella documentazione progettuale curata dal proponente, ma ricchissimo sul piano naturalistico, culturale e archeologico. Lo spopolamento – che caratterizza le aree interne di tutta Italia – cominciava qui ad avere un trend negativo, grazie alle numerose micro-iniziative imprenditoriali che si sono moltiplicate negli ultimi anni, che trovano la loro ragione di esistere nella bellezza dei paesaggi naturali, nella presenza degli animali selvatici, nella balneabilità dei laghi, nell’aria pulita e nel silenzio delle montagne. Il progetto Enel riporterebbe indietro di 20 anni lo sviluppo sostenibile avviato in questi territori da persone che sono tornate o hanno scelto di venire a vivere e costruire un futuro, anche lavorativo, in queste terre. Si sottolinea che già il solo annuncio del possibile progetto, ha bloccato una serie di investimenti da parte di aziende esistenti o in fase di costituzione.
In conclusione, in funzione delle notevoli e insuperabili criticità contenute nel progetto “PIZZONE II”, appare evidente che la sua realizzazione risulterebbe letale per un territorio già alle prese con le problematiche proprie delle aree interne, che a fatica sta ricercando vie di sviluppo costruite sulle straordinarie qualità che l’integrità del suo ambiente contiene.
Per tutte queste ragioni, con ferma e assoluta convinzione Vi chiediamo di voler procedere al respingimento della valutazione d’impatto ambientale per la realizzazione del progetto PIZZONE II.
Coordinamento NO PIZZONE II
Pizzone, cominciato stampa del 16 Settembre 2024