TERMOLI WILD: GLIFOSATO “L’EUROPA STA PER DECIDERE”

Cos’è il glifosato?  Il diserbante più venduto al mondo, non è solo rischioso per i tumori, ma è anche un pericoloso interferente ormonale. Una volta chiamato porzione magica dagli agricoltori, oggi dopo anni di studi possiamo affermare il contrario: le mele pericolose sono quelle lucide e apparentemente perfette, come lo è tutta quella frutta e verdura trattata, cresciuta e conservata dopo il raccolto con sostanze chimiche velenose. Il glifosato è una di quelle, presente in quasi tutti i prodotti della terra ormai, ufficialmente pericoloso, ma lecito.

Il glifosato era stato giudicato dall’IARC, Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, come “cancerogeno”, poi su pressioni dell’EDFA, l’Organismo per la Sicurezza Alimentare della Ue, è stato declassato a “probabilmente cancerogeno”, nonostante l’esistenza di studi indipendenti che hanno rivelato la sua pericolosità. In una recente dichiarazione dell’EFSA non è stato ritenuto sicuramente un interferente ormonale. Secondo gli ultimi studi eseguiti negli Stati Uniti, il glifosato è un distruttore del nostro equilibrio ormonale. Nelle zone di produzione e di utilizzo massiccio si manifestano problematiche a livello ormonale e renale, come gli ultimi servizi pubblicati dal programma televisivo “Le iene” nei giorni scorsi. La sostanza chimica abbasserebbe i livelli di testosterone, estrogeni e progesterone. Favorisce la prevalenza estrogenica, sia nell’uomo che nella donna: nell’uomo è devastante, perché si abbassa il livello di testosterone, con rischio di femminilizzazione, perdita di potenza e libido, forma del corpo con mammelle di tipo femminile e problematiche future.

Problematiche tanto più gravi quanto più colpiscono i bambini. Nella donna, porta a predisposizione al cancro degli organi sessuali delle ovaie e dell’utero in particolare. Studi dimostrano che anche da noi, per esempio in Trentino e in Veneto nelle zone di produzione intensiva di mele, c’è stato un aumento dei casi di problematiche a livello ormonale. Degli studi indipendenti sono stati messi a tacere da interessi commerciali. Ci sono numerosi dati sperimentali condotti su cellule placentari ed embrionali umane che dimostrano come il glifosato induca necrosi e favorisca la morte cellulare programmata, quindi si tratta di una sostanza genotossica (che danneggia l’informazione genetica all’interno di una cellula, ndr) oltre che cancerogena, non dimenticando che l’erbicida agisce anche come interferente endocrino.

Se vogliamo mangiare frutta e verdura esente da glifosato dobbiamo mangiare quella biologica certificata ed evitare le aziende, anche quelle più famose, che lo utilizzano in gran copia e i prodotti che vengono da zone di produzione, dove persone “scafandrate” irrorano i terreni con questa sostanza. Bisogna andare in negozi che vendono prodotti biologici, o “dal contadino vicino casa” sicuri o ortolani che comprano da piccoli produttori locali, da verificare, possibilmente di persona. Non bisogna fidarsi mai. E nel dubbio scegliere un prodotto meno perfetto all’apparenza: mele brutte, irregolari, per esempio, hanno meno probabilità di essere trattate. Non esigere sempre frutta bellissima, perché la perfezione non è della natura, è una perfezione che si paga in modo salato.

Il glifosato non è presente solo in frutta e verdura, ma in molti cibi: pasta, farine e farinacei, soprattutto in quella delle grandi aziende che comprano la maggior parte del grano da Paesi come il Canada, in cui le leggi sono più permissive. Il glifosato si trova anche in carne, latte e derivati: oltre l’85% dei mangimi utilizzati in allevamenti, infatti, sono costituiti da mais, colza, soia per i quali l’erbicida viene abbondantemente usato, accumulandosi nella carne degli animali e nei prodotti derivati di cui poi ci nutriamo. Non è l’uso occasionale che dà problemi, perché noi abbiamo capacità detox in grado di sopperire.

È l’uso continuativo e accumulato con altre sostanze xenobiotiche (estranee alla normale nutrizione dell’organismo e al suo normale metabolismo, ndr) che crea il sovraccarico, e questo è una vera bomba a orologeria. In questo contesto particolarmente dibattuto in questi giorni, la Commissione Europea sta per rinnovare il permesso per l’utilizzo dell’erbicida nel territorio dell’UE per altri 15 anni, con una prima proroga di 5 anni da convalidare entro la fine dell’anno corrente. Ad oggi per l’agenzia Ansa, la bozza della Commissione UE prevedrebbe il divieto di almeno un coformulante chimico usato in combinazione con il principio attivo del glifosato. A che cosa serve l’erbicida? A ripulire campi, parchi, frutteti, strade e boschi, dalle erbe infestanti. Ma anche per fare seccare i cereali prima del raccolto e raccogliere le spighe più in fretta. Il glifosato funziona perché blocca un enzima presente solo nelle piante, e quindi ha una sua efficacia.

La commissione speciale dovrà valutare: la procedura di autorizzazione dei pesticidi nella Ue, potenziali carenze nel modo in cui le sostanze sono valutate scientificamente e approvate, il ruolo della Commissione europea nel rinnovo della licenza di glifosato, eventuali conflitti di interesse nella procedura di approvazione. Gli europarlamentari vigileranno inoltre sul “ruolo delle agenzie dell’UE” e se esse dispongono di personale e finanziamenti adeguati ad adempiere ai loro obblighi.

La commissione speciale, il cui mandato scadrà entro dicembre 2018, ha presentato al voto della Plenaria una relazione finale, le conclusioni dell’inchiesta e le raccomandazioni per il futuro. Ad oggi molte regioni italiane si sono mostrate favorevoli e contrarie alla prima proroga di 5 anni all’utilizzo del glifosato sul territorio, in attesa della decisione dell’Ue, anche noi molisani attendiamo il destino di questo, secondo molti ricercatori “veleno della Terra”.

di Ezio Varrassi

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