TERMOLI WILD: PUNTO DI NON RITORNO “LA SCIENZA DICE BASTA!”

La scienza quest’anno è stata chiamata per rispondere ad una domanda: l’uomo è prossimo all’apocalisse? La sua risposta è stata sì se… nel frattempo l’orologio continua a scorrere e nel 2020 si potrebbe fermare “al punto di non ritorno”.

Negli ultimi tre anni i dati ufficiali dell’Amministrazione nazionale oceanica e atmosferica (Noaa)  sono stati i più caldi dal 1880, e quelli che mancano per evitare una catastrofe globale sono quelli fino al 2020. Mentre il mondo continua la corsa al potere economico, un gruppo di climatologi e scienziati sono stati spinti a lanciare la Campagna di sensibilizzazione “Missione 2020” con l’obiettivo di diminuire fino a fermare le emissioni di anidride carbonica (CO2), controllare l’incremento della temperatura media del pianeta, la velocità di scioglimeto dei ghiacciai, delle calotte polari e i valori chimici dei mari e degli  oceani.

Il 2020 è considerato infatti il punto di “svolta” per il clima, secondo un rapporto a cui hanno lavorato istituti e organizzazioni di ricerca sul clima l’avvertimento di chi sostiene la campagna è diretto: o fermiamo le emissioni di CO2 o la temperatura media globale terrestre entro il 2100 si alzerà talmente tanto che guerre, carestie, siccità, saranno all’ordine del giorno per accaparrarsi gli ultimi posti temperati e vivibili del pianeta. Sul fronte energia, occorre puntare sulle rinnovabili che dovrebbero battersi alla pari dei combustibili fossili, come fonte nella produzione di energia elettrica in tutto il mondo.

Per i climatologi sarebbe il caso di un incremento delle rinnovabili fino almeno al 30%, e zero nuovi impianti fondati sul carbone e petrolio. Sui trasporti spazio ai veicoli elettrici a emissioni zero, autorizzate a circolare in tutte le metropoli del mondo vietando la circolazione dei mezzi tradizionali benzina e diesel. Le politiche dovrebbero puntare subito  alla “decarbonizzazione” delle stesse entro il 2050. Per quanto riguarda l’utilizzo del suolo e le risorse vegetali, da subito dovrebbe essere imposto su tutto il globo terrestre il divieto di deforestazioni su larga scala, favorendo il recupero del territorio e di pratiche più ecosostenibili in agricoltura.

Per concludare i governi dovrebbero finanziare le multinazionali del petrolio, non concedendo loro autorizzazioni per le ricerche del gas e del petrolio, vendendo parti di mari e terre ferme, ma fondi in grado di convertire le loro attività sulle risorse rinnovabili, garantendo lavoro a milioni di persone e nello stesso tempo aiutare il pianeta a “risorgere”. Siamo arrivati davvero all’ultimo giro d’orologio? Forse si .

di Ezio Varrassi

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