TERMOLO WILD oltrenatura: ESTENDERE E POTENZIARE LA CACCIA AL CINGHIALE È LA GIUSTA SOLUZIONE PER CONTROLLARNE LA POPOLAZIONE?

WWF e Legambiente rispondono a chi chiede se l’incremento della caccia sia la soluzione più efficace per ridurre la popolazione di cinghiali presenti nelle regioni italiane: “recinzioni elettriche, foraggiamento dissuasivo e il controllo della fertilità sono metodi efficaci“. Sono, invece, aumentate le proteste e le proclamazioni di guerra contro gli ungulati. Da una parte la politica propone la soluzione più comoda, più temporanea, più economica, più invasiva nelle riserve naturali e nella catena alimentare, dall’altra parte il WWF, Legambiente ed esperti del settore puntano il dito soprattutto contro i cacciatori e le associazioni venatorie (quelle che operano in modo illegale), responsabili di aver portato una proliferazione senza regola dei cinghiali. Per quasi un ventennio gli enti provinciali, su pressione delle associazioni venatorie, hanno reintrodotto nelle aree di ripopolamento soggetti provenienti da allevamenti e perfino ibridati con maiali di origine balcanica. Questi ungulati hanno completamente soppiantato la specie autoctona per la loro prolificità, inoltre la cattiva abitudine di alcuni cacciatori di alimentare artificialmente i cinghiali in inverno sommata a stagioni poco fredde ha portato ad un aumento del cibo a disposizione degli ungulati e di conseguenza all’aumento della loro popolazione. I colpevoli dei danni causati da questi animali sono quindi in parte i cacciatori (non tutti, ovviamente), che per loro sadico divertimento hanno foraggiato l’accrescimento della popolazione di ungulati.
Abbattimento indiscriminato di centinaia di migliaia di cinghiali e potenziamento della caccia: è rischioso avventarsi sull’onda dell’emozione su decisioni che dovrebbero essere proprie della riflessione in modo da poter attuare strategie praticabili. Le associazioni di contro portano la possibilità di chiudere invece la caccia perché causa ogni anno incidenti nelle campagne e danni ad una catena alimentare ormai compromessa su tutto il territorio italiano. La guerra dichiarata agli ungulati in realtà, non risolverebbe nulla. Le ricerche scientifiche più aggiornate dimostrano che la caccia non è un rimedio efficace per contrastare i danni dei cinghiali all’agricoltura, anzi, l’aumento della fecondità, può essere considerato come una causa dei danni stessi. Metodi alternativi, quali recinzioni elettriche, foraggiamento dissuasivo e il controllo della fertilità della fauna selvatica sembrano al contrario essere molto efficaci.
Il problema dell’eccessiva presenza di cinghiali è serio e va affrontato con intelligenza, il controllo della popolazione non può essere affidato ai cacciatori che in questi anni sono stati parte del problema, quindi basta con gli slogan di questi giorni, chiediamo che le istituzioni ascoltino le indicazioni di professionisti di scienze naturali, di professori di geografia, di biologia e delle associazioni ambientaliste.
Spesso vado in visita nelle zone boschive del basso Molise, sono completamente abbandonate, prive di recinzioni, di progetti di tutela e salvaguardia. È normale che se queste zone non sono vigilate, gli animali tendono a sconfinare, anche perché sono spinti, sempre più spesso dalla ricerca di cibo. Manca il loro predatore naturale, il lupo che da come sembra, in Molise è completamente ignorato, invece si dovrebbe puntare su questa “carta” vincente. Questi pochi boschi rimasti ogni anno vengono dilaniati dal disboscamento e dagli incendi. L’uomo ha la natura che potrebbe aiutarlo, invece continua a spararci contro!
Abbiamo riportato un video del naturalista esperto di lupi Massimo Colombari in cui si vede bene la tattica usata da questo stupendo animale per cacciare il cinghiale.
di Ezio Varrassi

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