La mattanza alle isole Fær Øer è ricominciata

Giovedì 9 Maggio, tra le 40 e le 100 balene pilota sono state massacrate sulla rive della città di Sandvík nel terzo giorno di “grind”, dopo il primo di Capodanno e il secondo avvenuto lo scorso aprile. Tradizione vuole che gli animali siano spinti verso riva, poi massacrati attraverso la recisione del midollo spinale, in un’agonia che può durare per gli animali anche diversi minuti, mentre guardano i membri della loro famiglia massacrati tra le grida esaltate dei feringi. I cetacei sono spinti a riva e massacrati a centinaia, di fronte a una popolazione che vive l’ evento come una tradizione da portare avanti e insegnare ai propri figli (il primo grind risale al XII secolo).

Le Fær Øer sono una regione autonoma della Danimarca, il governo danese è connivente con la situazione e in passato ha inviato squadre di militari per difendere i cacciatori dagli attivisti epermettergli di proseguire la mattanza.

Questo, nonostante la caccia alle balene sia proibita. Ignorando una moratoria internazionale, Fær Øer, Giappone, Islanda e pochi altri ignorano la normativa e proseguono più o meno indisturbati la caccia.

Negli anni, molti attivisti sono stati arrestati per aver agito contro la mattanza; le forze dell’ ordine e il governo locali sostengono la “tradizione” e dal 2015, oltre a punire chi cerca di salvare i cetacei, è condannato anche chi avvista un gruppo di animali in mare e non segnalarlo ai cacciatori, in una escalation di follia macabra e esaltata. Fino ad ora, nulla è riuscito a fermarli.

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Termoli Wild in collaborazione con Basta Delfinari

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