La storia di Peter, il delfino morto suicida negli anni 60

PETER, MORTO SUICIDA, VITTIMA DI UN ESPERIMENTO MORBOSO

Negli anni ’60, Margaret Howe ha vissuto con il delfino Peter 24 ore al giorno. L’esperimento non è andato a buon fine.

Come la maggior parte dei bambini, Margaret Howe cresce con le favole che parlano di animali parlanti.
“C’era questo libro, “Miss Kelly”, era la storia di un gatto che sapeva parlare e capire gli esseri umani”, racconta.

Diversamente dalla maggior parte dei bambini, una volta cresciuta la Howe non abbandona l’idea che gli animali possano parlare il linguaggio degli umani. Nel 1963, venuta a conoscenza di un laboratorio dove si “lavora” coi delfini, decide di visitarlo.

Parte l’esperimento.
I delfini sono 3: Pamela, Sissy e Peter. Sissy è grande, invadente, forte; Pamela molto timida e timorosa; Peter un giovane un po’ aggressivo, che ha appena raggiunto la maturità sessuale.

All’inizio del 1964, la Howe inizia il suo progetto: insegnare ai delfini a parlare inglese. Motivatissima, pensa che potendo vivere con un delfino 24/24h, riuscirebbbe, come una madre fa con il figlio, a insegnargli a parlare la lingua degli umani.

“Voglio un appartamento, che sia riempito d’ acqua, voglio vivere qui con un delfino”.

Il piano superiore del laboratorio viene impermeabilizzato e riempito d’acqua. Come soggetto dell’esperimento, la Howe sceglie lo sventurato Peter: vivrà in isolamento con lui per 6 giorni alla settimana, dormendo su una piattaforma e lavorando su un tavolo appeso al soffitto sopra l’acqua. Il settimo giorno Peter tornerà nella piscina al piano inferiore per stare con Sissy e Pamela.

Le registrazioni audio dell’esperimento sono esilaranti: Peter viene ripetutamente incoraggiato dalla Howe a salutarla con la frase “Ciao Margaret”.

Ma qualcosa è di intralcio alle lezioni: le pulsioni sessuali di Peter.

A Peter piaceva stare con me”, spiega la Howe, “si strusciava su di me, gliel’ ho permesso, non ero a disagio finché non si agitava.” … “Da parte mia non c’era nulla di sessuale, sensuale forse. Mi sembrava che questo rendesse il legame più stretto”.

Gli incontri sessuali o sensuali della Howe con Peter finiscono con l’oscurare l’intero esperimento quando la storia appare sulla rivista pornografica Hustler alla fine del 1970.

La Howe compra tutte le copie che riesce a trovare, ma la storia circola e continua a circolare tutt’oggi.

Questo non ferma la Howe che continua le sue “lezioni” di vocalizzazione con Peter fino alla fine dei finanziamenti al progetto. L’esperimento è durato 3 mesi.
Tra i luminari ad appoggiarla, il neuroscienziato Dr John Lilly, noto per il suo programma di ricerca – governativo – sugli effetti dell’LSD nel cervello dei delfini, (che non portò a nulla).

Finisce che Peter, detenuto in piccole vasche con pochi cm di acqua e con poca o nessuna luce solare, si suicida, scegliendo volontariamente di smettere di respirare.

Nei decenni a seguire, il Dr John Lilly continua a “studiare” la comunicazione delfino-umano, con approcci che spaziano dallo scientifico al mistico.

E la Howe? “Peter è stato la mia “Miss Kelly”, spiega, ricordando il libro della sua infanzia con gli animali parlanti.

Termoli Wild in collaborazione con Basta delfinari 

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