l’Ospedale delle Bambole (NA): fotografia e cenni storici di Giovanni Pane e Tiziana Grassi

Continua il viaggio in una delle città più belle e caratteristiche del mondo, Napoli, tra tradizioni popolari, luoghi storici e simboli, presentati dalla fotografia e i racconti di esperienze di vita vissuti e documentati dal fotografo napoletano Giovanni Pane, L’Ospedale delle Bambole, Via San Biagio dei Librai n.39 (NA):

Giovanni Pane: Nei primi anni 60, un artigiano, il Sig. Grassi, amante dell’arte e del restauro, si inventò un lavoro che aveva a che fare con la poesia e con i ricordi. Aprì a Napoli l’Ospedale delle bambole, unico in Italia. Oltre che restaurare statue, pastori, marionette, pupi e appunto bambole, il signor Grassi era un collezionista di tutto.

Nella sua bottega si trovavano intere collezioni di teste piuttosto che capelli occhi e braccia. Tutto poteva servire per riportare in vita vecchi giocattoli. Divenne un punto di riferimento nazionale per collezionisti. Adesso il suo laboratorio è diventato una meta turistica e il suo lavoro è portato avanti dalla figlia Tiziana Grassi e dai suoi collaboratori. Il suo è diventato un laboratorio e chi viene a Napoli, non può non vedere. Dopo tanti anni di lavoro e passione, finalmente l’Ospedale delle Bambole sta avendo i giusti riconoscimenti dalle istituzioni. Un piccolo gioiello di cui andare fieri!

Dr.ssa Tiziana Grassi: “da quattro generazioni
ci prendiamo cura dei tuoi ricordi
.”

“Dunque, c’era una volta, più o meno alla fine del 1800, Luigi Grassi, scenografo dei teatri di corte e dei teatrini dei pupi. Luigi lavorava in via S. Biagio dei librai, stradina famosa e conosciuta fin dall’antichità come Spaccanapoli proprio perché spaccava a metà il cuore pulsante della città e che oggi è il nostro centro storico. Il maestro non dipingeva solo scenografie, ma costruiva e riparava qualsiasi oggetto, compresi i pupi di scena. Il suo laboratorio così strano attirava e incuriosiva lo sguardo di tutta la gente di passaggio. Un giorno una mamma entrò nella sua bottega con una bambola rotta tra le braccia e implorò l’artigiano di aggiustarla. Luigi, sorridendo sicuro nel camice bianco che indossava per non sporcarsi durante il lavoro, rassicurò la donna: la sua bambola sarebbe tornata come nuova. Così, trascorsa qualche settimana la signora ritornò nella bottega e vide la bambola completamente guarita: “Dottore grazie, la mia bambina sarà felicissima, le dirò che sono andata da un mago per far guarire la sua bambola del cuore”. Ben presto la voce si sparse, tante mamme cominciarono a recarsi in bottega per recuperare l’unica bambola della propria bambina e il laboratorio si riempì di ricordi da riparare. C’erano gambe, occhi e braccia che penzolavano dappertutto. Fu una persona del popolo che passando di lì esclamò: “Me pare proprio ‘o spitale de’ bambule” (Mi sembra proprio l’ospedale delle bambole). Che bella idea! Una tavoletta di legno, un pennarello rosso, una croce come quella degli ospedali veri… Ospedale delle Bambole. La bottega di Luigi Grassi aveva finalmente un’insegna, anche quella antica, artigianale, unica. Questa è la storia di un pezzo di Napoli, della mia famiglia, la mia storia.”

www.ospedaledellebambole.com – clicca su “Home” e visita il sito ufficiale.

Gentili lettori, il viaggio a Napoli nei luoghi caratteristici, racconti e tradizioni popolari, attraverso la fotografia e le esperienze vissute di Giovanni Pane continua! Restate sintonizzati su www.termoliwild.it!

Ezio Varrassi

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